Gli Eredi di Norca Forum della Gilda "Gli eredi di Norca"

Un Mese un Libro

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    gandar
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    00 22/03/2006 13:22
    Ogni mese indicherò un libro che ho letto e che mi ha particolarmente colpito.

    Gandar
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    gandar
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    00 29/03/2006 10:30
    Il Guerriero Misterioso (Mese di Marzo)
    Il Guerriero Misterioso - Cantici del Bronzo, Libro Primo -, Tracy & Laura Hickman, Armenia, 2005, 88-344-1828-X, Titolo originale: Mystic Warrior

    Presentazione tratta dal libro:
    Il mondo degli umani e dei nani è dominato da cinque draghi immortali, che usano i monaci e le sacerdotesse per mantenere l'equilibrio, imponendo l'ostracismo agli alienati, i violenti e inquieti "Eletti".
    Galen Arvard, un giovane fabbro, nasconde un terribile segreto alla sposa e all'amico nano Cephas. Nottetempo è afflitto da incubi dominati da una donna alata, un goblin e uno straniero misterioso; durante il giorno, invece, è tormentato dagli oggetti più comuni (statue, spade, maniglie) che gli rivolgono la parola.
    Non riuscendo a nascondere le proprie bizzarrie ai monaci, viene imprigionato e condannato all'esilio. Ma è proprio a questo punto che iniziano gli intrighi e le avventure...

    Mia presentazione:
    Il Guerriero Misterioso narra il viaggio di un avventuriero che rinnega la sua natura e porta il suo agire alla ricerca della normalità e della tranquillità di una vita comune. Nonostante i suoi inutili sforzi l'amore per la sposa lo porta a non arrendersi e a desiderare ciò che non gli appartiene. Il classico antieroe, nato eroe e destinato a risvegliarsi per un bene più grande e generale.

    Mia critica:
    Il libro offre interessanti spunti. Sebbene l'idea di base sia abbastanza comune il processo narrativo è particolare e porta il lettore a passare dall'amore all'odio per il protagonista così frequentemente da distogliere l'attenzione della storia dalla sua figura. Appena si cade nel tranello lo scritto presenta un evento che riporta al centro della vicenda il nostro protagonista. E' un libro peculiare che ritengo piacevole, una narrativa non troppo impegnativa, ma che se letta con attenzione mostra forti legami con alcune credenze, sopratutto orientali (ma anche greche in fase presocratica) sulla vera realtà e sullo spirito (o vita o anima o 'elemento base') presente in ogni cosa.
    Sono sempre stato affascinato dalle opere scritte a più mani, in tutta sincerità questa non è certo una delle migliori. In una prima fase la fludità stenta a presentarsi (forse per via dei concetti espressi e dell'empatia che lo scritto ha con il protagonista che si trova in totale confusione) e questo può portare alla rinuncia del lettore. Se si prosegue con un po' di ostinazione si scopre uno scritto interessante, curioso e ben strutturato. Le vicende di più personaggi si intrecciano frequentemente e in modo tanto dinamico da generare un impasto gustoso e accattivante. Lo ritengo un libro non eccellente, ma un buon lavoro. Uno dei peggiori disagi è l'edizione dell'Armenia, al costo di copertina di 16.90 € ci si ritrova con un'edizione curata nella carta e orribile nel testo. Personalmente ritengo di non aver mai letto un libro che presentasse tanti errori di stampa e ortografia come questo, il lavoro di edizione è stato scarso e poco impegnato.

    Nonostante tutte queste osservazioni ritengo che sia un libro che valga la pena leggere se si ama il genere.

    Tratto dal libro:

    [..]Il Grande Palazzo del Dong Mahaj-Megong era un edificio maestoso di lastre d'acciaio ondulato inserite su travi ad arco. Le travi erano elegantemente forate per tutta la loro lunghezza ed erano sufficientemente forti da attraversare i quaranta piedi di larghezza della struttura senza l'ausilio di altri sostegni. Grandi pannelli di vetro erano inseriti dove le lastre di acciaio erano state rimosse ed erano state dipinte per raccontare la lunga storia di Dong Mahaj-Megong e dei suoi antenati. La raffinatezza di quelle immagini pittoriche nasceva dal fatto che erano così generiche nella loro natura da potere essere riferite a qualsiasi storia il DOng in carica desiderasse raccontare. Così, l'integrità di ogni regnate veniva assicurata nel corso dei secoli, anche se l'accuratezza della storia poteva risultare sospetta.[..]

    [..]Uscirono dall'acqua.
    Prima emersero diciotto alti guerrieri; appartenevano alla razza delle fate, ma mai se ne erano visti di eguali. Erano grigio fumo; avevano la pelle bagnata da una schiuma color turchese e le ali screziate di nero. I loro occhi scintillavano come perle nere. Tutti indossavano armature grigie e stringevano in mano una spada dalla lama ricurva. Erano lievemente più alti e decisamente più massicci della maggior parte delle fate. I muscoli delle braccia e della gambe erano gonfi di energia.[..]

    Gandar

    [Modificato da gandar 29/03/2006 10.33]

    [Modificato da gandar 09/05/2006 10.53]

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    gandar
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    00 09/05/2006 11:45
    Tracce Celtiche (Mese di Aprile)
    Tracce Celtiche curiose, misteriose ed inquietanti - Piccolo viaggio all'interno di alcuni segni, misconosciuti o ignorati, del passato celtico antico e medievale nell'Italia aplina e padana, Marco Fulvio Barozzi, Edizioni della Terra di Mezzo, 2002, 88-86026-34-X

    Presentazione tratta dal Libro:
    Un bilancio quantitativo di ciò che può essere ricondotto, nella cultura italiana e nelle sue tradizioni folkloriche, ad una eredità celtica (di origine antica o d'importazione medievale) porta a risultati deludenti: in ogni aspetto che si prende in considerazione non si trovano che frammenti sparsi o tracce appena riconoscibili. Il fatto che la ricerca "ufficiale" abbia raggiunto nella sua indagine modesti risultati, soprattutto a causa dell'innegabile esiguità del materiale documentario, ha spinto decine di appassionati a scrivere libri dedicati a delle pretese sopravvivenze galliche, spesso viziati da errori di metodo o da tesi preconcette, come quelle di coloro che, saltando secoli di storia, vorrebbero dimostrare una supposta continuità culturale o addirittura etnica.
    L'argomento dell'eredità celtica in Italia è stato spesso trattato male (e verrebbe da dire maltrattato), ma ciò non significa che si debba abbandonarlo definitivamente. Questo libro, sotto la forma di un breve viaggio in sei tappe, una delle quali tocca l'Irlanda, indaga su alcune delle tracce del passato celtico presenti nella cultura e nelle tradizioni italiane, particolarmente delle regioni alpine e padane; nell'Appendice fornisce anche un piccolo repertorio di vocaboli italiani di origine celtica.
    La trattazione non ha pretese di scientificità, ma di curiosità non superficiale, nel senso dello spirito con il quale i viaggiatori d'un tempo, prima del turismo di massa, si avvicinavano ai segni dell'uomo presenti nei vari luoghi che visitavano.
    L'autore si concede anche, sprattutto nelle note, qualche digressione in campi apparentemente lontani (dal concetto di paganesimo alla Fontana della Giovinezza, dall'esistenza delle Fate all'Eterno Femminino) e alcune parentesi buffe, quando gli capita di inbattersi in situazioni, temi o personaggi che meritano una riflessione, una critica o un sorriso.
    Proprio come quando si viaggia.

    Mia presentazione:
    Il libro raccoglie studi e ricerche che riguardano l'italia settentrionale e le civiltà celtiche o imparentate con esse, le miscela con capacità per restituire al lettore una sorta di guida, una raccolta di curiosità che ci riguardano da vicino.

    Mia critica:
    Il libro si presenta con una veste curata e una spiccata leggibilità. L'autore è puntuale e preciso, difficilmente un lettore, anche se distratto, perde il filo del discorso in quest'opera. Un po' di confusione nel penultimo capitolo, per il resto un'opera di ottima fattura. Personalmente non amo le note col rimando alla fine del capitolo.
    Questo libro non va letto considerandolo un'opera di storia scentificamente attestata, bensì come una guida con doppia utilità: la prima è quella di aiutare i viaggiatori a scoprire luoghi fino ad ora ignorati e magari organizzare un weekend di avventura alla ricerca e scoperta dei reperti citati, mentre la seconda è indirizzare i curiosi verso molte altre letture, la bibbliografia e i rimandi ad altri testi e autori è ricca e documentata, per chi sta esplorando il mondo celtico o lo esplora da molto tempo questo libro offre numerosi spunti, per chi lo ignora potrà generare una certa curiosità.
    Lo stile dell'autore è stuzzicante, nonostante sia un saggio si presta a letture di relax al pari delle più piacevoli narrative.
    NB: la rilegatura non è particolarmente resistente, usare cura per non vederlo danneggiato in breve tempo.

    Tratto dal Libro:
    Bugliolo, "secchio usato sulle navi per attingere acqua dal mare", "vaso per escrementi, anticamente in uso nelle carceri": proviene dal latino Bulliu(m), "tino", forse dal gallico bulga, "sacchetto di cuoio" (cfr. l'irlandese bolg e il gallese boly, "sacco, ventre"). In francese si trova il derivato bouge, "baule", mentre l'inglese ha curiosamente conservato il suo diminutivo budget (dal francese bougette), originariamente indicante il "sacchetto", poi passato ad indicare il "bilancio annuale, bilancio di previsione" (dal sacco in cui erano custoditi i documenti contabili). La parentela etimologica tra i bilanci aziendali e il recipiente merdario è insieme divertente e degra di riflessione.


    Gandar

    [Modificato da gandar 09/05/2006 11.50]