Tracce Celtiche curiose, misteriose ed inquietanti - Piccolo viaggio all'interno di alcuni segni, misconosciuti o ignorati, del passato celtico antico e medievale nell'Italia aplina e padana,
Marco Fulvio Barozzi, Edizioni della Terra di Mezzo, 2002, 88-86026-34-X
Presentazione tratta dal Libro:
Un bilancio quantitativo di ciò che può essere ricondotto, nella cultura italiana e nelle sue tradizioni folkloriche, ad una eredità celtica (di origine antica o d'importazione medievale) porta a risultati deludenti: in ogni aspetto che si prende in considerazione non si trovano che frammenti sparsi o tracce appena riconoscibili. Il fatto che la ricerca "ufficiale" abbia raggiunto nella sua indagine modesti risultati, soprattutto a causa dell'innegabile esiguità del materiale documentario, ha spinto decine di appassionati a scrivere libri dedicati a delle pretese sopravvivenze galliche, spesso viziati da errori di metodo o da tesi preconcette, come quelle di coloro che, saltando secoli di storia, vorrebbero dimostrare una supposta continuità culturale o addirittura etnica.
L'argomento dell'eredità celtica in Italia è stato spesso trattato male (e verrebbe da dire maltrattato), ma ciò non significa che si debba abbandonarlo definitivamente. Questo libro, sotto la forma di un breve viaggio in sei tappe, una delle quali tocca l'Irlanda, indaga su alcune delle tracce del passato celtico presenti nella cultura e nelle tradizioni italiane, particolarmente delle regioni alpine e padane; nell'Appendice fornisce anche un piccolo repertorio di vocaboli italiani di origine celtica.
La trattazione non ha pretese di scientificità, ma di curiosità non superficiale, nel senso dello spirito con il quale i viaggiatori d'un tempo, prima del turismo di massa, si avvicinavano ai segni dell'uomo presenti nei vari luoghi che visitavano.
L'autore si concede anche, sprattutto nelle note, qualche digressione in campi apparentemente lontani (dal concetto di paganesimo alla Fontana della Giovinezza, dall'esistenza delle Fate all'Eterno Femminino) e alcune parentesi buffe, quando gli capita di inbattersi in situazioni, temi o personaggi che meritano una riflessione, una critica o un sorriso.
Proprio come quando si viaggia.
Mia presentazione:
Il libro raccoglie studi e ricerche che riguardano l'italia settentrionale e le civiltà celtiche o imparentate con esse, le miscela con capacità per restituire al lettore una sorta di guida, una raccolta di curiosità che ci riguardano da vicino.
Mia critica:
Il libro si presenta con una veste curata e una spiccata leggibilità. L'autore è puntuale e preciso, difficilmente un lettore, anche se distratto, perde il filo del discorso in quest'opera. Un po' di confusione nel penultimo capitolo, per il resto un'opera di ottima fattura. Personalmente non amo le note col rimando alla fine del capitolo.
Questo libro non va letto considerandolo un'opera di storia scentificamente attestata, bensì come una guida con doppia utilità: la prima è quella di aiutare i viaggiatori a scoprire luoghi fino ad ora ignorati e magari organizzare un weekend di avventura alla ricerca e scoperta dei reperti citati, mentre la seconda è indirizzare i curiosi verso molte altre letture, la bibbliografia e i rimandi ad altri testi e autori è ricca e documentata, per chi sta esplorando il mondo celtico o lo esplora da molto tempo questo libro offre numerosi spunti, per chi lo ignora potrà generare una certa curiosità.
Lo stile dell'autore è stuzzicante, nonostante sia un saggio si presta a letture di relax al pari delle più piacevoli narrative.
NB: la rilegatura non è particolarmente resistente, usare cura per non vederlo danneggiato in breve tempo.
Tratto dal Libro:
Bugliolo, "secchio usato sulle navi per attingere acqua dal mare", "vaso per escrementi, anticamente in uso nelle carceri": proviene dal latino
Bulliu(m), "tino", forse dal gallico
bulga, "sacchetto di cuoio" (cfr. l'irlandese
bolg e il gallese
boly, "sacco, ventre"). In francese si trova il derivato
bouge, "baule", mentre l'inglese ha curiosamente conservato il suo diminutivo
budget (dal francese
bougette), originariamente indicante il "sacchetto", poi passato ad indicare il "bilancio annuale, bilancio di previsione" (dal sacco in cui erano custoditi i documenti contabili). La parentela etimologica tra i bilanci aziendali e il recipiente merdario è insieme divertente e degra di riflessione.
Gandar
[Modificato da gandar 09/05/2006 11.50]