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Preludio e battaglia (autori Gaerys/Niklaus)

Ultimo Aggiornamento: 16/12/2004 19:34
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16/12/2004 19:34
 
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Preludio e battaglia (autori Gaerys/Niklaus)
Preludio


Il piccolo insetto stava camminando a testa in giù lungo lo scheletro di legno che sosteneva la mia tenda, costringendomi nuovamente a pensare a come un essere così tozzo potesse muoversi in maniera così leggera, sfidando la legge di gravità.
Almeno era servito a distrarmi per un po' da ciò che mi aspettava al di fuori del mio rifugio notturno. Mi soffermai a guardare la luce che filtrava attraverso il telo: poteva essere l'ultima volta.

La valle del Desian era rimasto l'ultimo punto strategico difendibile di tutto il reame; se avessimo ceduto avremmo portato con noi tutto il nostro popolo, e i nostri nemici avrebbero ottenuto le terre ospitali che bramavano. Le nostre terre ospitali.
Sarebbero arrivati da nord lungo il corso del fiume, ridotto ad un deserto di ghiaia dalla siccità estiva. Erano molti più di noi, ed erano convinti di aver già vinto. Proprio su questo contavamo: la loro sicurezza poteva essere la loro debolezza.

Tutti i posti erano già stati assegnati, ed i generali ci avevano ripetuto gli incarichi tante volte da farci addirittura dimenticare i nostri nomi:
“State larghi – ci diceva il comandante del reparto – Se state larghi non vi possono bloccare tutti contemporaneamente”.
Gli elfi stavano già risalendo le colline per posizionarsi in alto, in modo da avere la visione migliore per colpire a distanza. Erano rimasti in pochi, colpa nostra che non abbiamo saputo proteggerli, ma non hanno mai accennato a mollare, sembrava che non conoscessero la paura e forse era vero; non sembravano esseri di questo mondo, e se avessimo fallito sarebbero stati i primi a soccombere sotto le angherie dei nostri avversari.

Lo scontro sarebbe stato duro e rapido, perché la velocità era la nostra unica forza. Alla fanteria pesante sarebbe toccato sopportare il primo urto frontale; a quel punto noi della fanteria leggera avremmo dovuto filtrare tra i combattenti per ingaggiare battaglia nel cuore delle retrovie nemiche. Non avrei potuto esitare di un solo passo, in quel momento ogni secondo sarebbe stato preziosissimo per colpire qualsiasi cosa si muovesse. Ci sarebbe voluta tutta la mia abilità e l'energia delle mie tre spade.

Tutti i popoli del reame erano stati chiamati a difendere la nostra terra, e pochi erano rimasti al di fuori della lotta. Fra questi c'erano i druidi che si trovavano sul monte Ashor; i saggi ritenevano che a questo punto non si sarebbero tirati indietro ed avevano deciso di farli chiamare. L'unico che sarebbe stato in grado di attraversare la valle senza farsi intercettare dalle avanguardie nemiche era Salmar, l'ombra della città di Esehm, ma era partito ormai da due giorni e sapevamo che c'erano cacciatori alle sue spalle: abbiamo sentito i loro lupi ululare appena dopo la sua partenza. Il piccolo lurikeen era in gamba però, e dovevamo fidarci di lui.

...

Camminando fra le tende non posso fare a meno di piegare all'indietro la testa e respirare l'aria del mattino; sembra impossibile che fra poche ore quest'aria leggera e pulita verrà cancellata dalla polvere della battaglia e dall'odore del sangue e del sudore dei guerrieri.
Ti prego mondo, fermati adesso prima che quello che stiamo attendendo con il cuore in gola spazzi via la bellezza di questo momento.
Il rumore delle spade che vengono rifilate si mescola al suono dei liuti che vengono accordati. Sono tutti impegnati nei preparativi, mi ricorda quasi la concitazione dei miei paesani, indaffarati per la festa della mia partenza. Ma quando guardo negli occhi di questi uomini vedo un misto di paura e tensione che poco hanno a che fare con dei festeggiamenti.
Ma avvicino a Serenor il bardo. Nell'ultima battaglia è stato lui a salvarmi la vita.
La paura può bloccarti al suolo, ma anche un mago coboldo può farlo. Mentre ero immobilizzato l'ho guardato negli occhi vitrei di animale e gli ho giurato con lo sguardo che se fossi sopravvissuto le mie spade avrebbero cercato solo lui. Proprio quando quattro orchi stavano piombando su di me è stata la voce di Serenor a liberarmi dall'incantesimo ed a permettermi di fuggire e salvarmi.
“Spero che tu avrai ancora un occhio di riguardo verso di me amico” gli dico.
“Tranquillo Nik, – mi risponde sorridendo, sorride sempre – terrò da parte l'ultima goccia di potere per te”.
Anche io gli sorrido, senza sapere perché, e mi avvicino ai miei compagni, che sono già riuniti per prepararsi al momento decisivo.





La Battaglia

Anche se noi non riuscivamo a vederla la battaglia era già iniziata. Le pattuglie di ranger che avevano il compito controllare la valle erano state attaccate da squadre nemiche che erano sicuramente il doppio di loro.
Sapevamo tutto ciò, ma non ci restava che aspettare il nostro momento per dare sfogo alla tensione che negli ultimi giorni ci ha accompagnato; guardavo in alto il cielo grigio, pur sapendo che era una giornata serena.

Nessuno si muoveva fra le falangi dei soldati, sembrava quasi che non respirassero, e forse era vero.
Da destra a sinistra potevo vedere la distesa delle lance dei soldati di prima linea, come alberi puntuti sofferenti. Dietro di loro gli impettiti soldati nelle pesanti armature di metallo: alcuni erano talmente immobili che le corazze parevano vuote, mentre altri sbattevano nervosamente l'elsa della spada sullo scudo con ritmo costante e snervante.
Per ultimi noi blademasters con il supporto dei custodi.
“Mi sembra di avere le gambe immerse nel fango”. Era stato il ragazzo di fianco a me a parlare. Sembrava appena uscito dall'accademia, con quei pezzi di armatura sparsi recuperati dai compagni caduti nelle battaglie precedenti, e quelle spade più grandi di lui.
“È sempre così. – gli rispondo – Il primo passo è il più difficile, ma dopo migliora”. Non era vero per niente, ma la verità non è sempre la compagna giusta da portarsi appresso: è pesante, ed un blade non ha bisogno di ulteriore carico sulle proprie spalle.

La mia concentrazione fu interrotta da un bagliore di riflesso che fuoriuscendo da una nube di polvere mi colpì negli occhi. Subito dopo udimmo distintamente il canto di battaglia degli skald che incitava i guerrieri alla lotta.
Il tempo delle parole e dei pensieri era finito.

...

Lo stridore del metallo contro il metallo era il segnale che aspettavo. Comincio a correre attraverso il varco che si è formato fra le due linee di combattenti sperando che siano tutti troppo impegnati per vedermi.
Palle di luce lanciate dagli eldritch mi sfiorano mentre si dirigono verso il nemico, accecandomi momentaneamente quando si infrangono sul nemico. Io non ho bisogno di vedere, mi basta sentire l'odore del mio nemico.
Capisco che sono nelle retrovie nemiche quando le fila degli orchi cominciano a diradarsi. Il coboldo è vicino come mai prima, ma non posso fermarmi a cercarlo, sarà il destino a portarmi da lui.

Un fulmine scende dal cielo scaraventandomi a terra con violenza, e in un secondo il thane che mi ha intercettato mi è addosso. La sua ascia che piomba su di me è l'ultima cosa che vedo prima di chiudere gli occhi e rassegnarmi alla sconfitta.
Il colpo è sordo e mi costringe a riaprire gli occhi. Intorno a me c'è la barriera creata da Taerador il firbolgo, uno dei pochi della sua razza che hanno accettato di lasciare le loro case nei boschi per unirsi a noi nella guerra a Midgard.
“Non fermarti – mi urla il custode – ci penso io a questo, tu devi proseguire!”. Ubbidisco a malavoglia, so benissimo che non sarà in grado di reggere a lungo contro un avversario molto più corazzato di lui.

Il primo che finisce sotto i miei colpi è un nano dai capelli rossi, non ha volto ne un nome. Gli siamo arrivati alle spalle, per cui non ha potuto porre resistenza.
Siamo in tre per sostenerci a vicenda, e tutti quelli che cercano di ipnotizzarci devono confrontarsi con la nostra forza di volontà. Uno ad uno cadranno tutti.
Ormai la ragione ha smesso di guidarmi, è solo la furia che comanda la mia mano.
Un movimento improvviso del terreno mi sbilancia e guardandomi attorno noto che altri sono stati costretti a fermarsi. La terra è scossa dall'interno da una forza sconosciuta, mentre una mano ossuta ne fuoriesce a cingermi la caviglia.
Una quantità indefinibile di scheletri è comparsa sul terreno di battaglia ed è come essere immersi in un agitato mare d'avorio. Un muro di ossa si è posto fra noi e il nostro obiettivo, un muro molto spesso.
In quattro vengono su di me, ma ad altri è andata molto peggio. Mentre sono impegnato a schivare i loro colpi mi ricordo gli insegnamenti del mio maestro.
“Un vero blademaster rimane asciutto anche sotto il più forte degli acquazzoni”. Mi diceva.
Ritenevo tutto ciò un sciocchezza: come si possono evitare le gocce di pioggia? Adesso vorrei almeno averci provato, mentre il primo colpo che va a segno mi apre una profonda ferita nel fianco.
Questi mostri sono instancabili, ogni volta che ne colpisco uno questo si rialza e ricomincia la lotta. Le mie forze invece stanno per esaurirsi, e nemmeno i canti dei bardi giunge più a rinfrancare il nostro animo; forse sono già caduti tutti.
Gocce di sangue scendono dal mio corpo a colorare il terreno, o forse sono le mie lacrime. Solo queste mi sono rimaste da donare alla mia terra, la mia terra invasa. Ma la vita andrà avanti comunque, come quel vento che sta scuotendo le fronde degli alberi.

Invece non è il vento, che da mesi non soffia, quasi nascosto in attesa della fine della guerra. Le piante si stanno muovendo di loro volontà. La foresta sta scendendo i versanti della valle, e in mezzo ai tronchi i druidi di Ashor, che li hanno risvegliati, ci stanno infondendo nuova forza con la loro magia.
A guidare questo esercito di giganti lignei c'è un piccolo ed insignificante esserino nero. La piccola ombra ce l'ha fatta, ed è tornata per salvarci.
I corpi dei miei compagni riversi si rialzano, e quelli stanchi ritrovano vigore, mentre grida di carica provengono dalle nostre spalle. Per la prima volta vedo la paura negli occhi dei nemici e mi rendo conto che anche in loro c'è qualcosa di umano.
Mi alzo, Hibernia ha ancora un futuro, adesso lo so.

Fine

[Modificato da Osten 16/12/2004 19.41]

[Modificato da Osten 16/12/2004 19.42]




fotoclick <-- In giro QUA è LA'




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